Un’indagine pubblicata sul quotidiano Alto Adige il 28 febbraio 2010 rivela come, a Bolzano, il 24% dei cittadini dichiari di sentirsi poco o per niente a casa. Un bolzanino su quattro (nella maggioranza italiani) vive quindi la propria quotidianità con disagio, nonostante 7 su 10 di questi siano nati proprio a Bolzano. Niente “casa dolce casa” quindi!
Il senso di appartenenza ad una comunità, ad una città dipende ovviamente da molti fattori: difficoltà economiche in una città notoriamente tra le più care d’Italia, difficile integrazione in una realtà plurilingue dove spesso però gli italiani sono in maggioranza monolingui, città considerata ‘vecchia’ (quasi il 32% degli abitanti è over 65) e quindi poco adatta ai giovani, quartiere in cui si abita difficile o un po’ emarginato, scarse relazioni sociali, ecc. Manca, in ogni caso, un forte senso di appartenenza a qualcosa di comune, di pienamente condiviso.
La religione punterebbe ad essere questo collante, ma spesso con scarsissimi risultati. Non è così invece per chi vive la fede, la vera fede cristiana, basata non su ricette umane, ma sulle preziose indicazioni della Parola di Dio. Indipendentemente dal luogo in cui vivono, i cristiani sentono una forte appartenenza, non al luogo di residenza, ma alla persona di Cristo. Attraverso Gesù, uniti personalmente a Lui, tutti i veri cristiani si sentono uniti l’uno all’altro in ogni luogo, con gente di ogni lingua e cultura.
Un autore cristiano ignoto del II secolo scriveva: «I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per modo di vestire. Non abitano mai città loro proprie, non si servono di un gergo particolare, né conducono uno speciale genere di vita. La loro dottrina non è dovuta a un'intuizione geniale o alle elucubrazioni di spiriti che si perdono dietro a vane questioni. Essi non professano, come tanti altri, dottrine umane insegnate dall'uno o dall'altro caposcuola. Sono sparpagliati nelle città greche e barbare, secondo che a ciascuno è toccato in sorte. Si conformano alle usanze locali nel vestire, nel cibo, nel modo di comportarsi; e tuttavia, nella loro maniera di vivere, manifestano il meraviglioso paradosso, riconosciuto da tutti, della loro società spirituale. Abitano ciascuno nella propria patria, ma come immigrati che hanno il permesso di soggiorno. Adempiono a tutti i loro doveri di cittadini, eppure portano i pesi della vita sociale con interiore distacco. Ogni terra straniera per loro è la patria, ma ogni patria è terra straniera» (Lettera a Diogneto).
Anche Gesù, in quanto ebreo secondo la stirpe umana, era nato e cresciuto in quella che doveva essere la sua casa. Ma ha provato il rifiuto dei suoi, stabilendo e permettendo però, con il suo sacrificio, un nuovo concetto di appartenenza, una nuova famiglia, una nuova casa: È venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. (Vangelo di Giovanni 1:11-13).
Cosí dunque non siete piú né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. (Efesini 2:19).
Una nuova famiglia. Nella nostra comunità cristiana di Bolzano abbiamo persone di diverse estrazioni sociali, culturali e etniche. Abbiamo italiani, tedeschi, gente dell’Est europeo, sudamericani, africani. Nessun italiano si sente fuori posto e ogni straniero ha trovato una nuova casa. La chiesa (intesa come insieme dei credenti, non come edificio) è diventato il vero luogo di appartenenza. Se per alcuni le difficoltà del vivere a Bolzano rimangono, il sentirsi a casa è però strettamente legato alla comune fede in Cristo, alla famiglia dei credenti.
La nostra vera casa non è però a Bolzano, né per chi vi è nato né per chi è venuto a viverci. Gesù ha promesso un’altra casa a tutti coloro che credono in Lui: Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore... Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi (Vangelo di Giovanni 14:2-3); Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore (Filippesi 3:20).
Nel frattempo ci ha regalato una famiglia dove, nell’attesa della comune casa celeste, ci possiamo sentire a casa. Anche a Bolzano.