Sono da pochi giorni terminate le Olimpiadi di Londra ed anche l’Alto Adige saluta il ritorno dei suoi atleti. Veramente quest’anno le medaglie non sono arrivate dai nostri atleti, nemmeno da quelli che potevano vincerle (Cagnotto, Lechner); tuttavia siamo fieri di avere dei giovani che partecipano e si fanno onore in questi giochi mondiali. Non tutti però hanno onorato lo spirito dei giochi e ognuno di noi ha sofferto seguendo in televisione le vicende di Alex Schwazer. Ormai beniamino degli sportivi altoatesini, era amato da tutti perché, lo si è ripetuto continuamente, aveva una “faccia pulita”, da “bravo ragazzo”, e tutti avrebbero scommesso che lui, lui no, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Lui stesso dopo aver vinto la medaglia d’oro a Pechino si era espresso in modo chiaro contro il doping. I fatti di questi giorni hanno invece fatto cadere un mito, e l’opinione pubblica anche nella nostra regione si è divisa tra chi lo assolve, cercando di capire le sue motivazioni, e chi lo condanna senza appello. Cosa possiamo dire noi, come cristiani, a Schwazer?
Caro Alex, ho letto quanto hanno scritto su di te e penso che tutti hanno una parte di ragione. Chi ti è più vicino ha scritto “...scagli la prima pietra chi è senza peccato...” volendoti quasi giustificare, perché come te, lo fanno tutti. In realtà queste parole le disse Gesù, duemila anni fa ai farisei che volevano lapidare l’adultera. Gesù non le disse per giustificare l’adultera, ma per fare comprendere che vi è un problema che ci riguarda tutti, che è il “peccato”. Ed è con questo problema che tu, Alex, devi fare i conti. Paolo nella lettera ai Romani così sintetizza il problema: “Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non son più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me” (Romani 7:19-20).
Caro Alex, sono veramente convinto che tu, due o tre anni fa, non avresti mai pensato di cadere in questa trappola. Sei caduto perché di fronte alla tentazione è venuto a galla quello che siamo tutti noi uomini, dei peccatori (e nessuno è immune). Esempi illustri sono tanti. Se guardiamo nei vangeli troviamo ad esempio Pietro che giurava di non abbandonare Gesù, ma lo fece tre volte, come Gesù stesso gli aveva predetto: “…prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. Quelli che non ti amano ti vogliono crocifiggere, così come un tempo crocifiggevano i ladroni. La Bibbia ci dice continuamente che la conseguenza del peccato che cova nel nostro cuore è la morte. Tuttavia c’è una speranza. Sulla croce un ladrone si rivolge a Gesù, riconoscendo i suoi errori e riconoscendo in Gesù il suo salvatore. A quest’uomo Gesù rispose con una promessa solenne: “Oggi tu sarai con me in paradiso”. La redenzione di Dio passa attraverso la Croce di Gesù, che cambia la nostra vita di peccatori; ma passa anche attraverso un sincero pentimento, e un cambio di rotta a 360 gradi. Nel vangelo c’è scritto che quando Pietro senti cantare il gallo, pianse amaramente. Fu l’inizio di un cammino diverso e glorioso. Caro Alex, ho assistito al tuo pianto ed al tuo pentimento sincero, ma ora è importante che non ti fermi qui. Come dice Paolo nella lettera ai Romani (10:9): “...perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati”.
Caro Alex, si, hai fatto veramente una cosa brutta. Ma il Signore e pronto a perdonarti e ad aprirti le braccia se tu lo accetti nella tua vita. Allora anche noi non vogliamo condannarti, ma vogliamo indicarti la strada che ti porterà a vincere molto più di un oro olimpico.
“Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi per una incorruttibile” (1 Corinzi 9:24).