Giovanni 3:3

Gesù gli rispose:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio".

 

1 Pietro 1:3

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella Sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

 

2 Corinzi 5:17

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

 

Unità disunita

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Uniti si nasce o si diventa?Oggi, 17 marzo 2011 l’Italia festeggia i suoi 150 anni di vita unitaria. A quella Italia mancavano ancora dei pezzi (la zona del Lazio dove c’era lo Stato della Chiesa e il Triveneto) ma il più era fatto. Famoso il motto, derivato da una frase di Massimo d’Azeglio, “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. Oggi, a 150 anni di distanza, l’Italia è ancora unita, ma gli italiani lo sono sempre meno. Infatti non basta fare un’unità politica, imposta o attraverso una conquista militare o anche scelta con un referendum popolare, per avere una reale unità nei contenuti e negli intenti. Così è per le Nazioni Unite, l’Unione Europea e per tutte le altre realtà in cui si vuole unire, con un atto esterno, ciò che non è di fatto unito. Così è anche per le religioni, anche quelle ‘unite’ sotto lo stesso nome. Perché?

Unità è una bella parola. Indica realtà, pensieri, azioni e obiettivi comuni. Indica sforzo verso un’unica direzione. Quando si è uniti si è più forti, e senza unità si soccombe facilmente, come ci ricorda bene Gesù: Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà reggere. (Matteo 12:25). Il desiderio di Gesù fu quello di creare un popolo nuovo, e quello fece dando la sua vita per tutti, indistintamente. E con quel gesto arriva alla realizzazione della sua preghiera fatta al Padre: Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. (Giovanni 17:11). Gesù ci dice anche il perché di questa richiesta: Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno, come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me. (Giovanni 17:22-23).
Se vogliamo quindi che il mondo riconosca che Gesù è venuto su questa terra ed ha dato la sua vita per noi, se vogliamo che il mondo capisca l’amore di Dio, tutti quelli che portano il suo nome dovrebbero essere uniti.
Abbiamo visto che Gesù parlava di uno standard altissimo di unità, la stessa che c’è tra Padre e Figlio (“affinché siano uno, come noi”), perché: Io e il Padre siamo uno (Giovanni 10:30).
Avete mai visto niente di simile? Vi sembra che i cristiani siano uniti in questo modo? No? Ecco, forse per questo tra voi ci sono alcuni che non credono.
Ma è mai possibile creare un’unità del genere? La risposta è semplice e netta: no. Non è possibile creare con un atto pubblico, un decreto, un concilio ecumenico ciò che solo Dio può fare e ha già fatto.
Tutti coloro che credono in Cristo (non nella propria religione), che lo hanno accolto con un atto consapevole di fede nella propria vita, seguendo le indicazioni che ci dà la Scrittura (non i dogmi umani), hanno sperimentato la presenza di Dio nella propria vita. Chi ha fatto questa scelta, sa perfettamente cosa vogliamo dire.
Da quel momento in poi ogni persona che ha fatto questo passo di fede è unita in Cristo. Io sono unito a Cristo come tu lo sei, e quindi io e te siamo uniti in Lui. Se non c’è questa unità personale tra noi e colui che è morto e risuscitato per noi, possiamo fare tutti i tentativi umani per costruire l’unità, ma rimarrà sempre un’unità fittizia, di facciata, di forme, mai di sostanza. Ecco perché ogni forma di ecumenismo, intesa come unione di diverse confessioni, è destinata a fallire.

I veri cristiani sono quindi già uniti. Non devono creare nulla, ma devono conservare quello che già esiste, come invita a fare l’apostolo Paolo: vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace. (Efesini 4:1-3).

Come italiani difficilmente potremo sperimentare una vera unità, ma come cristiani lo possiamo fare perché c’è chi è morto per noi anche per questo.

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