Da giorni ormai la terra emiliana (ma anche di tutto il centro-nord Italia) trema continuamente. Il terremoto non lascia tregua. E dopo una scossa ne viene un'altra, e non si sa mai se sarà l’ultima. Sono crollate case e capannoni e a tutt’oggi si contano 17 morti (24 tenendo conto anche del sisma del 20 maggio) e molti feriti. La gente vive nella paura, molti sono sfollati e dormono nelle tende o all’aperto. In tutti è vivo il timore di una nuova scossa, forse più forte della precedente e più distruttiva. Tutti sanno che un’altra scossa potrebbe essere fatale e per ognuno di noi potrebbe essere causa di morte. Si percepisce un senso di impotenza di fronte ad un evento più forte di noi e l’idea della morte possibile e istantanea è una costante nei discorsi di questi giorni. Proponiamo a questo proposito alla vostra riflessione un testo scritto da Erasmo da Rotterdam nel 16° secolo che, al di là di altre convinzioni personali del famoso umanista, riteniamo di grande attualità.
Ascoltiamo l’Ecclesiaste che è un buon consigliere: “Ricordati”, dice, “del tuo creatore ai di della tua giovinezza, avanti che siano venuti i cattivi giorni …” Consiglio salubre anche se dovesse esserci noto il giorno della nostra morte, ma va messo in pratica a maggior ragione dal momento che ciascuno di noi deve considerare ogni giorno come se fosse l’ultimo, poiché non sa se glie ne seguirà un altro. Finché siamo vivi e sani scrolliamoci di dosso per quanto è possibile i nostri stupidi impegni e prima che la malattia ci inchiodi al letto mettiamo in ordine la nostra casa. La prima cosa è ricordarsi del creatore. Esaminiamo le nostre coscienze amputando tutto ciò che troveremo sgradito a Dio, così che quando la malattia ci spingerà verso il tribunale di Dio, possiamo trovare misericordia. Quelli che nei tempi felici alzano le teste contro Dio, non vediamo forse come si umiliano quando una malattia seria li minaccia di morte. Tutti pregano di essere risparmiati da una morte subitanea e inaspettata, perciò sentiamo dire in continuazione: “Dalla morte subitanea e inaspettata liberaci , o Signore”. Ma perché costoro pregano così? Forse perché una morte inaspettata è di per sé odiosa? Niente affatto. Il giusto anche quando sarà colto da acerba morte sarà in riposo. Non può essere infatti cattiva una morte improvvisa che sia stata preceduta da una vita buona. Preghiamo invece: “ Da una vita cattiva liberaci Signore”. Ma con quale coraggio chiamano improvvisa la morte che tutti i giorni colpisce tutti i nostri sensi? Chi di noi non è mai stato almeno una volta in pericolo di vita, in una tempesta, in una rapina, in una guerra, in un crollo, in una pestilenza, in una malattia. Ovunque ti giri la morte è in agguato. La casa è un rifugio sicuro per chiunque, ma quanti rimangono schiacciati dal crollo del tetto. La terra, solido elemento, non inghiotte forse di tanto in tanto tremando intere città? L’aria stessa per la quale respiriamo e viviamo, spesso rappresenta la morte, così come il cibo e le bevande. E infine la fame e la sete non ci minacciano quotidianamente di morte se non vi poniamo rimedio? E che dire del fatto che ogni volta che si nomina l’uomo gli si ricorda la morte? Ci chiamano infatti indifferentemente “mortali” e “uomini”. Per chi non è preparato tutta la morte è improvvisa, anche se vive cent’anni. La chiami “improvvisa”, ma non vedi che aggredisce tutti i tuoi sensi? Allo stesso modo improvviso fu il diluvio per gli empi che irridevano Noè, che, banditore di giustizia, preparava l’Arca; e mangiavano e bevevano, sposavano mogli, si maritavano, come se non dovesse accadere ciò che Dio minacciava. Altrettanto improvvisa avvenne la distruzione dei Sodomiti che irridevano Loth, che preparava la partenza. Lo stesso sarebbe accaduto ai Niniviti se non avessero fatto penitenza seguendo gli avvertimenti di Giona. All’avvertimento di Giona, che ospitavano, i Niniviti si sono convertiti alla penitenza. Ma noi sordi a tanti avvertimenti del nostro Signore facciamo scongiuri contro la morte improvvisa. Egli stimola la nostra smemorata pigrizia con tanti esempi: Noè, Loth, e coloro che senza che se lo aspettassero rimasero schiacciati dal crollo della torre di Siloe, che dobbiamo essere preparati in ogni momento, vi aggiunge le parabole del ladro che viene di notte, dell’ amministratore fedele, delle dieci vergini; tante volte esclama: “Vigilate, perché non sapete ne il giorno ne l’ora”. E per noi c’è ancora una qualche “morte improvvisa”? C’è, ma perché siamo imprevidenti, o meglio, sordi e ciechi e stupidi, che non sentiamo la voce forte del Signore. Per chiunque l’ultimo giorno della vita è l’ultimo giorno del mondo. Ma la provvidenza divina ha equilibrato le cose in modo tale che per tutti gli uomini la morte è talmente certa che ciascuno di noi sa di dover morire con la stessa certezza con cui sa di essere nato. Tanto che né i sommi, né gli infimi, possono illudersi con vane speranze. E d’altra parte il giorno della morte a tal punto è incerto, che il Signore non ha voluto che fosse noto neanche a coloro che gli sono stati vicini. Cosa cercano dunque quelli che corrono da chiromanti, astrologi, per conoscere la lunghezza della vita? Noi vogliamo conoscere la nostra fine da coloro che non conoscono neanche la propria? Impareranno forse da uomini stolti contro la volontà di Cristo ciò che Cristo in persona “eterna verità” non ha voluto che sapessimo perché non è lecito saperlo? Ai cristiani piace forse l’esempio dell’empio Saul? A cosa gli servì infatti l’indovina se non a morire due volte? Ci sono anche quelli, e non sono cattivi, che chiedono a Dio un certo tipo di morte, pregano che avvenga in certi mesi per dedicarsi almeno in quel momento alla penitenza. Più pia appare la preghiera di quelli che invocano la morte per non essere molesti ai propri cari. Questa, infatti, nasce dall’amore. Ma i forti nella fede affidano a Dio il genere di morte e la lunghezza della malattia. Lui sa ciò che ci serve e ci darà ciò che è meglio per noi.
(da “Preparazione alla morte” di Erasmo da Rotterdam )
Per una ulteriore riflessione sulle catastrofi naturali si vedano i due articoli Quando la terra trema… Dio dov’è? e L’ “apocalisse” in Giappone.