Giovanni 3:3

Gesù gli rispose:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio".

 

1 Pietro 1:3

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella Sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

 

2 Corinzi 5:17

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

 

Qualcuno mi ascolti!

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Le “scalate” per i propri dirittiUna delle forme di protesta più frequenti negli ultimi tempi è quella che viene messa in atto da molti lavoratori di aziende in crisi, extracomunitari, studenti: si sale sopra un palazzo, una gru, una torre. Ci si passano giorni e notti, anche d’inverno. Lo si fa per farsi sentire, per farsi notare perché si è in una situazione disperata, perché ci sono dei bisogni urgenti. Lo si fa perché talvolta si è troppo ‘piccoli’ e quindi l’unico sistema per farsi sentire dai ‘grandi’ è quello di salire in alto. Purtroppo talvolta queste proteste sono inutili, e i ‘grandi’ fanno finta di non sentirle, di non vederle.
Queste “scalate” ce ne hanno fatto venire in mente delle altre. Un piccolo uomo ed un malato, fanno una “scalata” per farsi notare, per far presente i propri bisogni...

Il primo episodio lo troviamo descritto nel Vangelo di Luca:

“Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «É andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».” (Luca 19:1-10).

Vediamo il piccolo Zaccheo, che vuole vedere Gesù che si trova in mezzo alla folla. Zaccheo aveva un bisogno, un grande bisogno spirituale e sapeva e credeva che solo quel Gesù avrebbe potuto soddisfarlo. Per riuscirci sale su un sicomoro, un albero grande e alto. Ed è lì che Gesù lo vede, lo chiama e lo invita a stare con lui. Zaccheo, visto da tutti come un peccatore (era capo dei pubblicani, cioè degli esattori delle tasse, che avevano fama di truffare le persone) accetta l’invito con gioia e lo fa entrare nella sua casa. Quel giorno, in quella casa, non è entrata solo una brava persona, ma il figlio di Dio, e con lui, la salvezza.

Il secondo episodio riguarda un malato, disteso sul suo letto, che doveva e voleva raggiungere Gesù:

“Dopo alcuni giorni Gesù entrò di nuovo in Capernaum. Si seppe che era in casa, e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere. Egli annunciava loro la parola. E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dove era Gesù; e, fattavi un’apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati sono perdonati»” (Vangelo di Marco 2:1-5)

Non ci sono impedimenti, non ci sono barriere invalicabili per giungere a Cristo, alla salvezza. Se solo lo vogliamo lo possiamo fare. Gesù non premia l’opera del paralitico, ma la sua fede. È la fede che in primo luogo lo salva. Poi quella stessa fede venne premiata anche con la guarigione (Vangelo di Marco 2:6-12).

Cerchiamo quindi di “salire” anche noi per vedere Gesù. Possiamo anche noi fare un passo verso l’alto, un passo di fede, qualsiasi sia la nostra situazione. Possiamo essere certi che Gesù non ci passerà davanti indifferente, non farà finta di non vederci, ma che alzerà i suoi occhi verso di noi. Come Gesù era pronto a passare del tempo con Zaccheo e con il paralitico, così sarà pronto a farlo anche con noi.
Non abbiamo bisogno di passarci le notti sull’albero e nemmeno sul tetto di una casa, non sarà una lunga attesa, sperando che prima o poi Lui si accorga di noi. Basta il gesto, sincero, di una volta. Sarà quindi Lui stesso a farci scendere per farci stare con Lui. Accogliamo il Suo invito, facciamolo entrare nella nostra casa, nella nostra vita, accettando la Sua salvezza.

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