Giovanni 3:3

Gesù gli rispose:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio".

 

1 Pietro 1:3

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella Sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

 

2 Corinzi 5:17

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

 

La coscienza pulita

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La coscienza: una voce fedele?Capita sempre più spesso di sentire politici, imprenditori o chi altro, davanti ad accuse di truffe, collusioni con la mafia, corruzione, ecc., affermare con tranquillità che loro hanno la “coscienza pulita”, la “coscienza a posto”. Viene spontaneo domandarsi, oltre al fatto se quelli che fanno queste affermazioni siano sinceri o no, se la propria coscienza sia una voce fedele o meno. Gli scienziati si interrogano da tempo su cosa sia la coscienza, senza arrivare a spiegazioni esaustive. Recentemente il neurochirurgo Arnaldo Benini dell’Università di Zurigo, autore del libro Che cosa sono io. Il cervello alla ricerca di se stesso (Garzanti, 2009), ha dichiarato in un’intervista: «La scienza individua i centri e i meccanismi all’interno del cervello che creano mente e coscienza, ma non sa spiegare cosa sia la coscienza. ... le neuroscienze, pur avendo fornito una mole enorme di conoscenze sul funzionamento del cervello, non hanno fatto alcun progresso circa la spiegazione della nascita della coscienza dalla materia del cervello». (Corriere della Sera, 14/7/2010, pag. 29). Cos’è dunque la coscienza?

La Bibbia ci fornisce delle risposte riguardo la coscienza. La parola tradotta con ‘coscienza’ (greco suneidêsis) si trova 30 volte nel Nuovo Testamento e deriva dal verbo composto suneidon, che significa letteralmente ‘vedere insieme’, ‘vedere nello stesso tempo’ o ‘avere una visione d’insieme’ (da qui il significato di ‘comprendere, percepire, realizzare’, riferito ad una visione mentale). Vedendo l’uso che se ne fa nel Nuovo Testamento possiamo arrivare, per il sostantivo, al significato di ‘consapevolezza’, ‘conoscenza di sé’, ma anche ‘conoscenza di valori morali’.

Ogni persona, secondo la Bibbia, ha una coscienza: “... raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio” (2 Corinzi 4:2; vedi anche 2 Corinzi 5:11).

Ma quali sono le funzioni generali della coscienza nell’uomo? Sono fondamentalmente tre:

1. Rivelare l’esistenza di Dio

"Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, sebbene l’uomo non possa comprendere dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatta.” (Ecclesiaste 3:111).
"poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro” (Romani 1:19).

Dio ha scelto vari modi per rivelarsi agli uomini, da rivelazioni generali, come la natura, a quelle più particolari, come i profeti e la persona di Gesù Cristo, tutte poi confluite nella rivelazione finale e definitiva della Sacra Scrittura.
Tra le rivelazioni generali (o ‘universali’) possiamo inserire anche quella della coscienza.
Dio ha fatto quindi conoscere qualcosa di sé (“quel che si può conoscere”), anche attraverso una ‘voce’ interiore, una legge non scritta, posta nella coscienza.

2. Testimoniare di una legge naturale “scritta” da Dio 

“Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.” (Romani 2:14-15).

Che ogni uomo abbia ricevuto questo tipo di rivelazione interiore è evidenziato quindi anche da alcuni codici ‘morali’ generali. Abitualmente, anche presso i ‘pagani’ o gli atei ci sono norme comportamentali dettate dalla “legge scritta nei loro cuori”: uccidere, rubare, disonorare i genitori, commettere adulterio, ecc., sono normalmente considerate cose sbagliate e quindi condannate. In questo senso possiamo dire che gli uomini sono “legge a se stessi”.
Gli uomini quindi sono stati creati con questa legge interna.

3. Giudicare

Nel versetto di Romani 2:15 abbiamo appena letto che la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda”. Per chi la sa ascoltare la coscienza può essere quella voce interna che può dirci se stiamo sbagliando o no. Purtroppo questa peculiarità della coscienza viene spesso meno, per diversi fattori.

La coscienza: voce fedele?

Lo standard della condotta morale può ovviamente variare da persona a persona ed è fortemente condizionata dall’ambiente, dall’educazione, ecc., ma è soprattutto il peccato che ha fatto sì che questa voce, questa ‘luce’, venisse ampiamente oscurata:

“Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore.” (Efesini 4:17-18).

La Bibbia ci parla infatti di coscienza marchiata2 dal peccato (1 Timoteo 4:2), cattiva (Ebrei 10:22), impura (Tito 1:15). A questo contribuisce colui che domina su questo mondo, cioè il diavolo, e che non vuole che questa voce compia quello per cui ci è stata data:

“Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio” (2 Corinzi 4:3-4).

Ogni persona che non ha una fede personale in Dio dovrebbe tenere conto di questo, della natura peccaminosa delle persone, quando fa appello alla propria coscienza o a quella altrui.

Dio ci ha quindi abbandonati ad una coscienza falsa e ingannatrice?

Una coscienza purificata

La coscienza del credente è stata purificata dall’opera di Cristo, la sola capace di questo: 

"quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Ebrei 9:14).

“avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza.” (Ebrei 10:22).

Il ripristino della piena funzione della coscienza è quindi possibile. Solo così potremmo parlare di una coscienza pulita, a posto.
Se vogliamo avere dentro di noi una voce sincera, attendibile, una guida per le nostre scelte di ogni giorno, per la nostra vita personale e in relazione con gli altri, possiamo andare a Gesù oggi stesso. Possiamo chiedergli di prendere la nostra vita affinché tutto quello che faremo da oggi in poi possa venire “da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera” (1 Timoteo 1:5).

 


 

1 Nella traduzione greca dell’Antico Testamento (la “Settanta”) il termine corrispondente a ‘coscienza’ si trova una sola volta in Ecclesiaste 10:20 (tradotto normalmente con ‘pensiero’). Al posto di ‘coscienza’ si usa spesso ‘cuore’ (come nel passo citato e, per esempio, in Giobbe 27:6). Anche ‘spirito dell’uomo’ potrebbe forse essere considerato come sinonimo di coscienza, come p. es. in Proverbi 20:27.

2 Letteralmente ‘bruciata con ferro rovente’. In greco il verbo è kaustêriazô, da cui l’italiano ‘cauterizzare’, cioè ‘rendere insensibile come la pelle di un animale marchiata con un ferro rovente’.

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