Giovanni 3:3

Gesù gli rispose:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio".

 

1 Pietro 1:3

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella Sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

 

2 Corinzi 5:17

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

 

Gli indignati altoatesini

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Gli indignati altoatesiniAnche quest’anno l’Eurac di Bolzano ha condotto una ricerca per stabilire quale sia, secondo gli altoatesini, la parola dell’anno. Come si può leggere sul sito dell’Eurac[1] “Il gruppo di lingua italiana ha espresso la propria indignazione per le discriminazioni e diseguaglianze sociali, per lo stato del pianeta, il consumismo assunto come valore, la corsa alla competizione. Nelle proposte raccolte per la parola dell’anno è evidente la reazione agli scandali finanziari, politici e sessuali, a tutti i livelli, da quello internazionale a quello nazionale e locale. Si va dalla rabbia degli indignados spagnoli che hanno contagiato tutta Europa e anche l’Alto Adige, allo sdegno per gli scandali sessuali nazionali e bolzanini, alla forte reazione per le vicende legate al sistema finanziario e bancario, come anche per il recente scandalo legato alla società per l’energia elettrica SEL. La scelta della parola dell’anno è dunque caduta su “indignato”.”

L’indignazione è quel sentimento di sdegno rabbioso e di risentimento verso qualcosa che è considerato ingiusto, immorale, riprovevole. Da che mondo è mondo c’è sempre stato qualcosa o qualcuno per cui indignarsi, contro cui esprimere il proprio dissenso.

Anche al tempo di Gesù si parlava di indignazione. C’era innanzitutto quella dei religiosi dell’epoca contro Gesù stesso, manifestata più volte. Nel Vangelo di Matteo ci viene raccontato l’episodio dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, prima della sua condanna alla crocifissione. Subito dopo “Gesù entrò nel tempio e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. E disse loro: «È scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”, ma voi ne fate un covo di ladri». Allora vennero a lui, nel tempio, dei ciechi e degli zoppi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedute le meraviglie che aveva fatte e i bambini che gridavano nel tempio: «Osanna al Figlio di Davide!», ne furono indignati(Matteo 21:12-15).

I capi dei sacerdoti e gli scribi del tempio si indignarono perché Gesù agiva contro chi mercanteggiava nel tempio di Gerusalemme, mentre aiutava coloro che, sempre nel tempio, venivano per essere guariti da Gesù. E si indignarono anche per quello che i bambini lì presenti dicevano di Gesù. Invece di vergognarsi per avere trasformato un luogo di preghiera in un mercato, si indignarono verso colui che condannava questo comportamento. Con debite proporzioni, la situazione assomiglia a quella di tutti quei politici e molti altri che si sono indignati perché la Guardia di Finanza ha fatto i controlli fiscali a tappeto a Cortina, scoprendo migliaia di violazioni. Invece di elogiare l’opera dei finanzieri, si indignavano per la loro azione…

Anche Gesù provò sentimenti di indignazione in varie occasioni. In una in particolare s’indignò contro i suoi stessi discepoli: “Gli presentavano dei bambini perché li toccasse; ma i discepoli sgridavano coloro che glieli presentavano. Gesù, veduto ciò, si indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano da me; non glielo vietate, perché il regno di Dio è di chi è come loro. In verità io vi dico che chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto». E, presili in braccio, li benediceva ponendo le mani su di loro”. (Marco 10:13-16).

In un primo momento anche i discepoli di Gesù, abituati ad una immagine gerarchica ed elitaria della sfera religiosa, volevano tenere lontano i semplici, quelli che avevano un approccio spontaneo, come i bambini.

Anche oggi vediamo vari atteggiamenti sbagliati in relazione alla fede cristiana. Da un lato c’è chi vorrebbe relegare la fede solo nelle cattedrali e permettere solo ad una speciale classe di persone il parlarne o la gestione di tutto quello che la riguarda. Dall’altra parte c’è chi denigra la fede cristiana che è basata sulla Bibbia e la liquida come una cosa antiquata e che le moderne menti razionali dei nostri tempi non possono e non debbono nemmeno prendere in considerazione.

Ci auguriamo che per gli altoatesini l’indignazione non sia solo una parola di moda. Ci auguriamo che l’indignazione porti a fatti concreti, che spingano anche ognuno a guardare alla propria situazione, coerente con l’indignazione verso i comportamenti altrui.

Ci auguriamo infine che ci sia una ritrovata indignazione anche verso altri poteri forti, verso quelli che vogliono proibire al Signore di parlarci liberamente e direttamente, che si oppongono a Lui e alla sua Parola proponendo una religione umana, arroccata sulle proprie posizioni e in mano a pochi.

Poi, passata l’indignazione, ritroviamo la semplicità e la gioia di avvicinarci al Signore e ai suoi insegnamenti, senza intermediari terreni.

 


[1] http://www.eurac.edu/it/newsevents/latest/pages/Newsdetails.aspx?entryid=103521&AspxAutoDetectCookieSupport=1

 

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