Nel giro di pochi giorni si sono succeduti due casi, entrambi finiti tragicamente, di bambini di pochi mesi dimenticati in macchina, sotto al sole, dal proprio genitore. Entrambi i padri erano convinti di aver lasciato, come gli altri giorni, il proprio figlio al nido prima di recarsi al lavoro. Al ritorno la tragica scoperta. Come è possibile? Il lavoro, le nostre attività ci assorbono così tanto da farci dimenticare persino se abbiamo lasciato nostro figlio in macchina o no? O c’è dell’altro? In ogni caso sono segnali terribili di un’epoca terribile. I minori sono, loro malgrado, vittime di un mondo costruito dagli adulti, un mondo a tratti spaventoso. Abbandonati, usati, violati, lasciati morire di fame o dimenticati, i figli del nostro tempo non si possono più sentire al sicuro tra le braccia di genitori, insegnanti e istituzioni che dovrebbero invece proteggerli.
Abbiamo già affrontato precedentemente l’argomento dello ‘scandalo’ verso i bambini di cui parla Gesù (vedi l’articolo Bambini violati). Ora vorremmo riflettere su alcune certezze che abbiamo in Dio di fronte a casi di abbandono.
La Bibbia contempla la possibilità che un genitore abbandoni i propri figli, anche se viene vista come una cosa assurda, presentata per parlare di un qualcosa di quasi impossibile:
“Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere?” (Isaia 49:15a).
La risposta è chiara e netta e ci fa capire fino a dove arriva l’amore di Dio: “Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te.” (Isaia 49:15b).
Dio, dal momento che poniamo la nostra fede in Lui, non si dimentica di noi, non ci abbandona in balìa degli eventi e delle situazioni. Qualsiasi cosa possa succedere, anche la più tragica, possiamo e dobbiamo essere certi del suo amore verso di noi.
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Romani 8:35, 37-39).
L’amore di Dio si è manifestato in maniera assoluta per mezzo del sacrificio di suo Figlio, affinché noi diventassimo suoi figli, oggetto del suo amore. E Dio non abbandona i suoi figli, non si dimentica di loro come possono, purtroppo, talvolta fare i genitori umani.
Lo stesso concetto viene ribadito dal re Davide in uno dei salmi da lui composti: “Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà.” (Salmo 27:10).
Mentre osserviamo con tristezza e desolazione a cosa sta portando il meccanismo di questo mondo, ci stringiamo con forza a queste certezze, augurandoci che ognuno di noi sappia trovare in Dio piena consolazione e la sicurezza della sua presenza costante nella nostra vita, per noi e per i nostri figli.