Giovanni 3:3

Gesù gli rispose:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio".

 

1 Pietro 1:3

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella Sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

 

2 Corinzi 5:17

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

 

Cara, carissima Bolzano...

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Cara, carissima Bolzano...No, non è l’inizio di una lettera d’amore per la nostra città, ma l’ennesima statistica dell’Istat (indagine condotta con Unioncamere e Istituto Tagliacarne, dati 2009) che ci vede al primo posto come città più cara d’Italia, cioè con il costo della vita più alto (+ 5,6% sulla media nazionale). Nel dettaglio, se qui da noi si spende solo lo 0,3% in più per i trasporti, la percentuale è ben più alta per abbigliamento e calzature (+ 3,1), servizi sanitari e spese per la salute (+ 4,6), istruzione, servizi ricettivi e ricreativi (+ 4,6), abitazione, acqua, energia elettrica (+ 7,7), generi alimentari, bevande, tabacchi (+ 8,0), mobili, articoli e servizi per la casa (+ 9,3). Per la voce ‘altri beni e servizi’ si registra addirittura un bel + 11,2%.
Inevitabili le polemiche fra chi spinge Comune e Provincia a fare qualcosa per frenare questa corsa al rincaro e chi contesta invece il metodo usato per la raccolta dei dati. Sta di fatto che tutti noi percepiamo chiaramente che Bolzano è una città cara e ce ne accorgiamo quando ci capita di fare acquisti in altre città d’Italia, magari del centro-sud. Ovviamente abbiamo tanti servizi che altri si sognano, ma questi non aiutano le classi più basse ad arrivare a fine mese.

Quello che vorremmo fare in queste righe è però una considerazione a margine. Sappiamo che il nostro meccanismo economico vede la crescita dei consumi come un indice di economia sana e in progresso. Più consumiamo e meglio stiamo. Che il meccanismo sia a dir poco diabolico lo dimostra la crisi profonda che sta vivendo l’economia mondiale. E ancora di più quei paesi dove, non avendo mezzi per comperare cose da consumare, si trovano completamente tagliati fuori (e con la pancia vuota) da un mondo che deve correre sempre più verso questo consumismo onnivoro.

Ma quanto di quello che noi, cittadini del mondo ricco, consumiamo ci serve veramente? Quanto di quello che acquistiamo è frutto della necessità o è invece una semplice risposta alle sollecitazioni che ci vengono dall’esterno? E quanto di quello che ci spingono ad acquistare, migliora la nostra vita?

La storia è vecchia come il mondo. Adamo ed Eva erano stati posti in un ‘giardino’ nel quale lavorare e del quale potevano disporre liberamente. Alberi e frutti di ogni genere, buoni e adatti all’uomo. Una sola proibizione, un solo limite al loro consumo. Un albero dal quale Dio aveva detto di non mangiare, perché pericoloso, mortale.
Poi arriva l’imbonitore, colui che vuole convincere i nostri progenitori (con una perfetta tecnica pubblicitaria presa ancora oggi a modello dagli esperti di marketing) che, anche se avevano già tutto, dovevano assolutamente avere anche l’altro frutto, l’unico che era meglio lasciar stare. Le conseguenze furono tragiche.
Il fatto che noi agiamo costantemente nello stesso modo, rispondendo alle tentazioni del serpente di turno, non gioendo di quello che abbiamo ma ricercando sempre qualcos’altro, quell’altra cosa, quella cosa in più, non fa altro che dimostrare che noi avremmo agito esattamente allo stesso modo.

L’apostolo Paolo diceva che “io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:11-13). Non sentiva la necessità di avere e consumare ogni mese più di quello precedente.

I prezzi salgono? E allora noi consumiamo meno! Per l’economia nazionale e internazionale non sarà forse una bella cosa, ma probabilmente sarebbe ora che si cambiasse sistema. E se questo è alquanto improbabile che avvenga a livello globale, può invece avvenire nella vita di chi si fida dei consigli di Dio.

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti. Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali, e alcuni che vi si sono dati si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. (1 Timoteo 6:6-10).

Perché non proviamo anche noi, cittadini della carissima Bolzano, a guadagnare veramente, accontentandoci di quello che abbiamo e fidandoci dei consigli di Dio?

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