L’organizzazione Telefono Arcobaleno, che si occupa di contrastare l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini, denuncia che nel 2009 la misopedia[1] in internet è aumentata del 16,5%. Ogni giorno nascono nel mondo 135 nuovi siti misopedi. Ogni sito misopedo ha oltre centomila clienti al giorno e il 5% di questi sono italiani. Chiaramente questa è la punta di un iceberg fatto di violenze inaudite e spesso fatte da persone insospettabili, come parenti, educatori e religiosi.
Negli ultimi anni infatti (e sempre più negli ultimi mesi) stanno venendo alla luce anche un incredibile numero di casi di abusi di minori da parte di religiosi, cioè di coloro che dovrebbero insegnare ai bambini l’amore di Dio... Centinaia e centinaia di casi, talvolta coperti per anni dal silenzio, dall’omertà.
Cosa ne sarà di questi bambini? Ci auguriamo con tutto il cuore che trovino l’aiuto, il conforto e l’assistenza necessaria. Certo è che in loro verrà meno la fiducia nella religione, nell’istituzione religiosa in cui militavano questi personaggi, spesso coperti dalle loro stesse autorità. Purtroppo molti di loro (e i loro genitori con loro e molti altri ancora) assoceranno il religioso con Dio, rifiutando di credere in quel Dio che loro dicono di rappresentare. Purtroppo si tende a ‘buttare via il bambino con l’acqua sporca’, come se Dio fosse direttamente responsabile di ciò che degli uomini ignobili hanno fatto.
Ma chi si vuole fare portatore del nome di Dio, ha effettivamente una responsabilità immensa davanti agli uomini, come anche davanti a Dio stesso.
L’apostolo Paolo racconta con estrema chiarezza cosa significhi considerarsi portavoce di Dio, custode delle sue leggi e poi agire in modo diametralmente opposto. In questo caso l’oggetto della sua critica erano alcuni dei giudei religiosi dell’epoca:
Ora, se tu ti chiami Giudeo, ti riposi sulla legge, ti vanti in Dio, conosci la sua volontà, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo istruito dalla legge, e ti persuadi di essere guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli insensati, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità; come mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi: «Non rubare!» rubi? Tu che dici: «Non commettere adulterio!» commetti adulterio? Tu che detesti gli idoli, ne spogli i templi? Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge? Infatti, com’è scritto: «Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri». (Lettera ai Romani 2:17-24)
Una delle espressione più dure che il Signore Gesù abbia mai usato mentre era su questa terra riguarda coloro che scandalizzano, che sono cioè pietra di inciampo, di impedimento a coloro che vogliono seguire Dio:
Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli. E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare. Guai al mondo a causa degli scandali! perché è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all’uomo per cui lo scandalo avviene! (Vangelo di Matteo 18:2-7).
Gesù usa come esempio proprio i bambini, il cui atteggiamento semplice e fiducioso deve essere di esempio per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla fede.
Ancora, nel libro del profeta Ezechiele, Dio si erge contro coloro che si definiscono ‘pastori’ del popolo di Dio, ma che di fatto hanno ‘dominato su di loro con violenza e con asprezza’ (Ezechiele 34:4). E promette loro che verrà il momento in cui Egli farà piena giustizia:
io domanderò le mie pecore alle loro mani;
li farò cessare dal pascere le pecore;
i pastori non pasceranno piú sé stessi;
io strapperò le mie pecore dalla loro bocca
ed esse non serviranno piú loro di pasto. (Ezechiele 34:3-4)
Mentre ci auguriamo quindi che le rivelazioni di questi ultimi tempi servano finalmente a porre fine a tutti questi orrendi casi di misopedia, speriamo anche che nessuno abbia la tentazione di coprire coloro che si macchiano di questi abusi. Ancora una volta la Parola di Dio è chiarissima in questo senso:
Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. (Efesini 5:11-14).
Ci auguriamo ancora che i colpevoli si pentano veramente, si convertano di cuore a Dio e che dedichino da ora in poi la loro vita affinché cose simili non succedano più.
Infine, preghiamo affinché le vittime coinvolte in questi casi possano trovare in Dio, non nei falsi pastori, il conforto e il sostegno di cui hanno bisogno. Egli è pronto.
«Infatti cosí dice DIO, il Signore: Eccomi! Io stesso
mi prenderò cura delle mie pecore
e andrò in cerca di loro... Io cercherò la perduta...
e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse... ricondurrò la smarrita...
Io stesso pascerò le mie pecore... io le pascerò con giustizia
esse riposeranno... io stesso le farò riposare
fascerò la ferita
rafforzerò la malata... (Ezechiele 34:11-16)
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Lettera agli Ebrei 4:16)
[1] A volte le parole e la loro etimologia sono così lontane dall’uso che se ne fa da lasciare perlomeno sorpresi. Un caso su tutti, forse il più terribile di tutti, è proprio quello del termine pedofilia (“amore/affetto/amicizia per i bambini”) per definire uno dei reati più orrendi che si possano commettere. Noi in questo articolo invece di pedofilia parleremo di misopedia (“odio per i bambini”), parola già usata nella terminologia medica per indicare chi ha una forte repulsione nei confronti dei bambini o degli adolescenti. Ci rifiutiamo quindi, volutamente, di usare termini collegati a amore, affetto, amicizia per definire queste cose.